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gennaio 25, 2010

La mammella di Sant’Agata

Filed under: Notizie dall'Italia — notiziecuriose @ 11:07 am
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Chi si reca in visita a Gallipoli, per trascorrere le vacanze nel Salento, non può esimersi dal visitare la Cattedrale, intitolata a Sant’Agata, la martire attorno alla quale si sviluppa un’interessante leggenda, molto cara alla tradizione locale.
Secondo cenni storici, Sant’Agata subì il martirio nella natia Catania sotto le persecuzioni cristiane  dell’Imperatore Decio. Consacrata a Dio fin dalla sua fanciullezza, disprezzò le attenzioni del Proconsole Quinziano, professando apertamente la sua fede in Gesù Cristo, atto che le costò feroci tormenti. Fu infatti ordinato che le fossero strappate le mammelle e che fosse abbandonata in carcere. Guarita in cella da un Apostolo di Cristo che le apparve in un angolo della cella, Quinziano ordinò che fosse arsa viva su un letto di brace ardente. Morì nelle prime ore del 5 febbraio dell’anno 251 dopo Cristo.
Le spoglie della santa rimasero a Catania fino al 1040, anno in cui l’Esarca Maniace rapì il suo corpo per offrirlo alla corte di Bisanzio, quale dono prezioso. Ed è a questo punto che la storia si intreccia con la leggenda.
Le spoglie della Santa rimasero a Bisanzio per 86 anni fino a quando 2 uomini di mare, Goselmo e Gisliberto,  dopo aver violato il sarcofago della Santa imbarcarono i Sacri Resti su di un veliero, salpando per la Sicilia.  Dopo una navigazione travagliata, il legno con le reliquie approdò presso Gallipoli, dove Goselmo lasciò la Mammella del Martirio. Poi la nave proseguì per Catania.  Intanto, sul luogo dove era stato lasciato il prezioso dono, si recò, come di consueto, una donna a lavare i panni portando con sé la figlioletta in tenera età che, rimasta a giocare sulla sabbia, istintivamente si imbattè nella mammella ivi lasciata. La madre, addormentatasi, sognò una fanciulla splendente di luce, che le indicò la bambina con in bocca la sua mammella. La donna svegliatasi, constatò lo strepitoso prodigio.
Il vescovo Baldrico insieme a tutto il clero riconobbero la reliquia della santa e alla Martire di Catania fu intitolata l’antica Cattedrale di Gallipoli, che si sotituì al titolo precedentemente appartenuto a S. Giovanni Crisostomo.

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